Paolo Zebolino
Ghirondista, cantante e compositore
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Lo strumento principale di Paolo Zebolino è una ghironda a liuto con tre corde di canto e quattro bordoni costruita dal liutaio Paolo Coriani di Modena nel 2002.
Ha una tavola armonica in mogano mentre il corpo alterna undici doghe di palissandro brasiliano e acero.
Importanti lavori di riparazione e modifiche sono stati fatti da liutai André-Marc Huwiler (Ginevra, Svizzera) e Giordano Ceccotti (Assisi).
Come funziona?
La ghironda è uno strumento a corde in cui il suono è prodotto dallo sfregamento di una ruota, azionata da una manovella, e ricoperta di colofonia (pece per violino) contro le corde. La ruota ha la stessa funzione di un archetto di violino.
Le melodie vengono suonate tramite una tastiera dotata di tasti scorrevoli muniti di "tangenti" - piccole cunei, tipicamente di legno - le quali, tramite pressione del tasto vengono in contatto contro una o più corde per modificarne la lunghezza vibrante e quindi la nota prodotta.
Come la maggior parte degli strumenti acustici a corda, la ghironda è dotata di una tavola armonica che rende udibile la vibrazione delle corde e di una cassa che la amplifica.
La maggior parte delle ghironde hanno una o più corde di bordone, che sostengono la melodia con delle note fisse, risultando in un suono simile a quello della cornamusa.
Un ponticello vibrante asimmetrico (chiamato comunemente "cane") poggia sotto una corda di bordone sulla tavola armonica. Quando la rotazione della ruota è accelerata, un piede del ponte si solleva dalla tavola armonica e vibra, creando un suono ronzante.
Vista dalla manovella
Interno della tastiera.
Dettaglio del ponticello vibrante: il "cane".
Origine e (breve) storia.
Una delle incarnazioni più antiche della ghironda era l'organistrum, un grande strumento con il corpo a forma di chitarra e un collo lungo in cui erano posizionate le chiavi per la produzione delle note. A causa della sua dimensione, l'organistrum era suonato da due persone, una delle quali girava la manovella mentre l'altra azionava le chiavi.
L'abate Odo di Cluny (morto nel 942) avrebbe scritto una breve descrizione della costruzione dell'organistrum intitolata Quomodo organistrum construatur.
Una delle prime rappresentazioni dell'organistrum risale al XII secolo e si trova sul Pórtico da Gloria nella cattedrale di Santiago de Compostela, in Galizia, Spagna.
Ci sono molte speculazioni su come l'organistrum fosse utilizzato, la teoria più plausibile è che fosse uno strumento teorico-dimostrativo, un aiuto per l'intonazione dei cantori.
Intorno al XIII secolo, lo strumento divenne più piccolo ed era conosciuto anche come symphonia, sambuca o chifonie.
Nel Medio Evo la ghironda è stata utilizzata per la musica secolare così come per la musica sacra. La ghironda era uno strumento popolare tra i pellegrini ed è stata espressamente menzionata da Geoffrey Chaucer nei suoi Racconti di Canterbury come uno degli strumenti che i pellegrini di Canterbury suonavano: "With harpe and pype and simphonye"
La prima rappresentazione conosciuta di un ponticello vibrante su una ghironda proviene dal Giardino delle delizie (dipinto tra il 1490 e il 1510) di Hieronymus Bosch.
Durante il Rinascimento, i nuovi gusti musicali richiedevano maggiori capacità polifoniche rispetto alle struttura della ghironda e ciò determinò la discesa dello strumento verso le classi sociali più basse.
Alla fine del XVII secolo, il gusto francese del Rococo per le figure pastorali portò lo strumento all'attenzione delle classi superiori, dove acquisì una notevole popolarità tra la nobiltà con famosi compositori che scrissero opere per ghironda. In questo periodo si sviluppò il tipo più comune di ghironda: lo strumento a sei corde. Questo strumento ha due corde di canto e quattro bordoni. Le corde di bordone sono accordate in modo che, mettendole o meno a contatto della ruota, lo strumento può suonare in diverse tonalità (ad esempio Do e Sol o Sol e Re). Sempre in quest'epoca, parrebbe che lo strumento sia stato costruito, per la prima volta, con un corpo arrotondato composto da doghe avente la forma della cassa di un liuto (tra il 1716 e il 1720 dal liutaio Henri Bâton di Versailles).
Georges de la Tour
Le Vielleur
c.1620-1630.
Artista sconosciuto
Dama con la ghironda
c. 1750-60.
Accordatura ed estensione.
La maggior parte delle ghironde (soprano) moderne ha 23 tasti che coprono una gamma di due ottave cromatiche. La nota di base dipende dalle corde utilizzate.
Ecco due accordature tradizionali francesi per le corde della melodia:
Auvergnat, dal Sol4 (il Sol dell'ottava centrale del pianoforte) al Sol6
Bourbonnais, dal Re4 (il Re dell'ottava centrale del pianoforte) al Re6 + una corda accordata all'ottava superiore (Re5-Re7)
Delle altre quattro corde tradizionalmente disponibili (chiamate in francese: gros bourdon, petit bourdon, mouche e trompette) due o tre corde sono comunemente usate insieme.
I bordoni sono tradizionalmente accordati come segue:
Do3, Sol3, Do4 per l'accordatura auvergnat in Do
Sol2, Sol3, Re4 per l'accordatura auvergnat in Sol
Re1/Sol2, Re2, Re3 per l'accordatura bourbonnais
Altre caratteristiche
Storicamente, le corde sono fatte di budello, che è ancora oggi il materiale preferito. Gli strumenti moderni sono montati con corde di violino, viola e violoncello.
Alcuni strumenti dispongono di varie corde di risonanza. In generale sono corde metalliche di 0.28 mm (.011 pollici).
Per ottenere una corretta intonazione e una buona qualità del suono, ogni corda deve essere avvolta con cotone o fibre simili.
È spesso necessario regolare la pressione delle singole corde (in particolare le corde di canto) sulla ruota mediante la regolazione dell'altezza delle corda stessa, tradizionalmente questo viene fatto con dei piccoli pezzi di carta inseriti tra la corda ed il ponticello.
Capotasti per i bordoni.
Capotasti per la trompette.
Alcune ghironde presentano delle teste scolpite alla fine del cavigliere (moschettieri, turchi, donne, angeli, mori, teste coronate, ecc.).
Il cavigliere può avere diverse forme a seconda che sia previsto per accogliere i classici pinoli in legno, meccaniche da banjo, da chitarra o Pegheds™.
Cavigliere con testa femminile e Pegheds™.
Cavigliere con riccio e tourne-à-gauche per i piroli tradizionali.
Il ritmo della mano destra.
Vi sono diverse tecniche stilistiche che possono essere utilizzate, nel ruotare la manovella, accelerando brevemente la ruota in vari punti della sua rivoluzione. Questa tecnica è spesso conosciuta per il suo termine francese, il coup-de-poignet (o, più semplicemente, coup). L'accelerazione risulta colpendo l'impugnatura della manovella con il pollice, le dita o la base del pollice in corrispondenza di vari punti nella rivoluzione della ruota (spesso descritto in termini di quadrante dell'orologio, 12, 3, 6 e 9) per ottenere il ritmo desiderato. Un lungo ronzio può essere ottenuto anche spingendo rapidamente la manovella attraverso l'intera rotazione: è conosciuto come il coup gras.
Suonare modale.
La ghironda non è uno strumento con cui suonare accordi, è uno strumento per suonare una melodia modale su dei bordoni, come il sitar indiano o la cornamusa.
Il fatto che si tratti di uno strumento modale significa che ogni nota suonata dalle corde melodiche viene eseguita (ed accordata) in relazione al bordone o ai bordoni.
Il bordone principale è solitamente la nota finale della melodia.
Un'altra nota di bordone, a volte chiamata "dominante", viene spesso aggiunta alla principale. Negli stili tradizionali questa nota è di solito una quinta più alto (cioè: Do-Sol). I suonatori modali più esperti possono utilizzare altri intervalli per i bordoni per accentuare la struttura peculiare di ogni modo. Ad esempio, il modo ipodorico (protus plagalis, 1° modo plagale) dovrebbe avere Re come bordone principale e Fa come secondo bordone (una terza minore). Per questa ragione, adottando una terminologia moderna, lo si può anche chiamare modo di Re/fa.
14 modi con finali, cofinali, medianti e participanti, secondo W. S. Rockstro, "Modes, the Ecclesiastical", A Dictionary of Music and Musicians (A.D. 1450–1880), by Eminent Writers, English and Foreign, edited by George Grove, D. C. L. (London: Macmillan and Co, 1880), 2:340–43.